PRIMO ALBUM PER IL TRIO TERAMANO laBase
Intervista di Cesare Di Flaviano a Mirko Lucidoni: Come e quando nasce il vostro progetto? Il progetto nasce dal 2006/2007 quando decisi di mettermi al lavoro in veste di chitarrista e cantante. Molti brani sono nati e si sono evoluti nel tempo, in quanto la formazione ha avuto diversi cambiamenti. Dall'estate 2013 si è definita quella che è l'attuale line up, muovendoci come trio. L'intenzione è stata quella di creare un sound aggressivo e allo stesso tempo giocare parecchio sugli arrangiamenti, anche in virtù del fatto che alcuni pezzi erano stati pensati per una formazione con due chitarre, a me piace molto giocare sulle sovraincisioni in studio. Antropoparco è un neologismo, che cosa vuol dire? A me piace creare neologismi, Antropoparco è come se fosse la visione di un'umanità in stile "parco zoologico", il nome che un'ipotetica razza aliena che ci osserva assegna al nostro mondo, ma anche ad un cyberspazio dove siamo inconsapevoli e indifesi protagonisti di un grande giocatore che ci domina. Ma può avere anche altre interpretazioni, mi piace confondere e lasciare spazio all'interpretazione del pubblico. Spesso la creazione di concetti complessi o misteriosi passa attraverso intuizioni istintive. Mi ritengo un personaggio pasoliniano, un po' "pecoreccio". Spesso tematiche che appaiono complesse sono in realtà slegate da arzigogoli e visioni chissà quanto complicate. Come preferisci muoverti quando scrivi i testi? Nella mia scrittura cerco di cogliere l'attimo e creare una buona commistione fra atto istintivo della scrittura e giusta collocazione, anche a livello sonoro, delle diverse parole; è un enorme collage, l'intenzione è anche quella di confondere, anche prendere e prenderci un po' in giro, nell'accezione positiva del concetto. Quali sono i vostri ascolti e le vostre letture? Bob Dylan, Crosby, Stills, Nash & Young, Cure, JoyDivision, Nirvana, ma anche la musica italiana: Tenco, i Marlene e tutta la scena degli anni '90. Per le letture amo Montale, Ungaretti, Poe, per citarne alcuni. Di cosa parla “Primavera”, brano che ha aperto la strada al lavoro definitivo? “Primavera” tratta della fine di una relazione, e quella di cui si parla è la morte dell'anima, tutto quel complesso di esperienze, emozioni e ricordi che dobbiamo, ad un certo punto, esorcizzare per tornare vivi. Il rettile ha un testo molto intenso, ma dove vuole realmente arrivare? Il rettile è la parte viscida che ognuno di noi ha dentro sé, il male che ognuno di noi contiene. È nella natura dell'uomo cercare di sovrastare il prossimo, emergere e dominare. Ma le interpretazioni possono essere varie. Lo stesso titolo è pensato per poter arrivare velocemente nella memoria del fruitore. La copertina ha qualche collegamento diretto con le tematiche del disco? La copertina rappresenta un labirinto, quello nel quale ci muoviamo tutti i giorni, quello dove ci è impossibile ritrovarci; il labirinto che ci hanno costruito intorno, per tenerci buoni, disinformati e apatici. Ci costringono a delle vite talmente impegnate da non avere, spesso, nemmeno la voglia e il tempo di informarci, parte della colpa è nostra, dobbiamo reagire e abbandonare l'atteggiamento lascivo che ci fa guardare con occhio passivo la politica e la società, ad esempio credo che il suffragio universale sia una farsa, ci danno il contentino del voto, ma non siamo noi a decidere, vedi il domino del Pentapartito fino allo scandalo di mani pulite oppure Berlusconi e via discorrendo. Sono i mezzi di informazione che ci manipolano e ci portano dove vogliono loro. Il voto dovrebbe essere permesso esclusivamente alle persone che superano un esame sulla costituzione. Progetti futuri? Abbiamo il secondo cd già pronto, addirittura del materiale per il terzo. Cercheremo di suonare il più possibile e far sentire la nostra voce. In bocca al lupo ragazzi. L’album è disponibile su tutti gli store digitali dal febbraio 2015. Scaricabile gratuitamente da www.lanoia.it/downloads
Ufficio stampa: www.produzionimammut.it Sito Web: www.labaseband.com Social: www.facebook.com/labaseband www.youtube.com
1 Comment
Intervistiamo Kote (batterista della band) in occasione dell'uscita del primo album degli AIKIRA (2014). Leggiamo quello che ci racconta del loro intenso post-rock strumentale, e di quanto sia faticoso portare avanti la musica inedita. Nati da una diramazione dei "Vibratacore": AIKIRA. ![]() -Questo gruppo, se non sbaglio, è composto da due elementi dei Vibratacore. Qual è l’idea musicale alla base degli Aikira? Gli Aikira sono Sapone (basso), Andrea (chitarra), Io (Kote – batteria) e Fango (chitarra). Io e Fango abbiamo fondato insieme i Vibratacore nel 2001, io sono uscito dal gruppo nel 2008 e invece Fango fa tuttora parte della band. L’idea nasce nel tardo 2008, da alcune jam tra me e Fango, che si discostavano dal “classico” sound dei Vibratacore. C’era una naturale tendenza a convergere verso suoni più evocativi e non necessariamente violenti, senza però perdere d’occhio dinamiche più potenti. Nel 2010 Andrea è entrato nel gruppo, è qui che abbiamo incominciato a prendere davvero forma. Per un bel pezzo ci vedevamo per farci delle bellissime e interminabili jam. Si spaziava da parti molto oniriche arricchite dal sound dilatato di Andrea a momenti più di impatto sonoro. Andando a riascoltare le registrazioni ci rendemmo conto che c’era un bel po’ di materiale interessante, sulla base del quale si potevano comporre dei pezzi, e ci siamo messi quindi al lavoro. Abbiamo incrociato vari bassisti nel frattempo, (lo stesso Andrea all’inizio suonava il basso), per incontrare infine Sapone nel 2013 che oggi è un membro stabile della band. -Questo disco è il primo lavoro per gli Aikira? Si, questo disco è il primo, un lavoro durato più di un anno e mezzo, con la insostituibile collaborazione di Stefano Lelli del Baia Dei Porci Studio Recording alle manopole. -Autoprodotto? Il disco è il risultato di una co-produzione tra noi e Udedi / AdioZero records, un’etichetta indipendente che gravita attorno al Baia dei Porci Studio. www.recordingstudio.it -Che ruolo svolge l’etichetta discografica a cui vi siete rivolti? Oltre alla distribuzione in tutti gli store più importanti, compresi quelli online, l’etichetta promuove il nostro lavoro, pubblicando l’album nei vari siti di streaming on-demand come Spotify, Bandcamp iTunes ecc. -La musica che componete suggerisce un umore un po’ oscuro ed onirico. Da dove nasce quello che suonate? La cosa più importante che caratterizza il nostro suono è sicuramente il fatto che proveniamo tutti da ascolti differenti, l’unica cosa che abbiamo in comune credo sia una certa tendenza a interagire con le varie dinamiche che un pezzo può prendere, ognuno ovviamente ha la propria maniera di relazionarsi a questa cosa. I nostri pezzi nascono perlopiù dalle varie improvvisazioni, dove cerchiamo sempre di farci “rapire” da quello che si sta suonando. La cosa che fa sicuramente da collante è il rapporto umano che abbiamo stabilito all’interno degli Aikira, importantissimo per ognuno di noi quattro. Senza quello dubito che avremmo mai raggiunto l’obbiettivo di portare a termine l’album. -E’ faticoso secondo voi fare parte di una band che produce musica inedita? E’ una fatica immensa, una di quelle cose che solo la passione ti dà la forza di staccare dal lavoro e andare in sala prove per tre o quattro ore. Soprattutto quando cominci ad avere un’età in cui la vita ti offre pochi momenti liberi. Proporre la propria musica in giro qui nei nostri dintorni poi è quasi utopia, e la causa di questa spiacevole situazione sta un po’ d’ovunque ti giri: ci sono i gestori dei pochissimi locali della zona, poco vogliosi di scommettere su band con pezzi propri. Spesso non ti offrono neanche il rimborso. Altra grande colpa è da attribuire alle cover band, di cui la nostra zona è letteralmente infestata, che se fosse per me, nonostante abbia molti carissimi amici che fanno cover, gli darei l’esilio a vita. Oggi tutto è disponibile, a portata di click, perciò parecchie persone preferiscono non andare ai concerti e stare a casa a lamentarsi via chat dell’assenza di concerti in zona. Anche noi che facciamo parte di band con pezzi propri abbiamo senza dubbio le nostre colpe: spesso e volentieri pecchiamo di scarsa obbiettività nei confronti delle nostre composizioni e proponiamo cose che funzionano poco o male o roba già sentita e risentita. Dal vivo poi c’è una quasi totale mancanza di adattabilità alle varie situazioni live: quante volte ti sarà capitato di andare ad un concerto e non capire nulla perché la band si esibiva ad un volume da S. Siro ed il locale era di 20 mq?. -Come pensate sarebbe il caso di veicolare la musica oggi, e come fate voi per fare ascoltare quello che producete. Oggi il miglior mezzo per far circolare la propria musica è ovviamente il Web. Noi Aikira siamo presenti su tutte le varie piattaforme online, ed il nostro album è ascoltabile anche sul nostro sito. Gli effetti collaterali di questa cosa però sono visibili a tutti: in questo modo la nostra musica circola in tutto il Pianeta, ma otteniamo pochissimi mezzi per sostenere le varie spese che avere una band o produrre un disco, comporta. Perciò secondo me è importante andare a quei quattro concerti che si organizzano qui nella nostra zona, e sostenere le Band, magari con l’acquisto di cd (che spesso e volentieri costano come una 0,4 di birra) o t-shirt e/o vari gadget. -A chi suggerireste di ascoltare il vostro disco? Grazie… Il nostro disco io personalmente lo consiglio a tutti: essendo composto da varie atmosfere differenti tra loro, ognuno credo (e spero) ne possa trarre qualcosa di interessante.
White Waves, band Indie di Teramo, nata circa quattro anni fà a scuola, durante le attività musicali didattiche. Cominciano a suonare insieme come cover band di Arctic Monkeys, Kasabian, Strokes ecc.. Dopo questa prima esperienza decidono di incidere una demo di sei brani: "Glass Of The Thought" è appunto il nome del lavoro. Dopo la demo, Matteo Ciabattoni, chitarrista principale, ha lasciato il gruppo ed i tre membri rimanenti decidono di continuare a suonare. Stanno difatti lavorando per un prossimo album e tornare sulla scena live con in tavola una nuova scaletta originale. |
Categories
Tutti
Archives
Marzo 2025
|