-Un gruppo musicale teramano visto dall’interno-parte 1 di Fabrizio Medori Tre amici fra i 16 e i 20 anni, a Teramo, durante l’estate del 1984, fra i campi di pallacanestro della “gammarana”, le rispettive camerette, le “serrande”, le merende a casa di Giovanni, le Olimpiadi di Los Angeles e la nuova musica rock, la “New Wave”. Avrebbero potuto fare moltissime altre cose, invece si riunirono in una casa, incautamente lasciata vuota dai genitori di Gianluca Stuard, il tastierista, durante le vacanze al mare, e per quattro giorni consecutivi suonarono. Gianluca Stuard suonava il pianoforte, Andrea Marramà un basso a forma di scimitarra, io la chitarra. Immediatamente scattò la caccia al batterista, con risultati deludenti e, scartata l’ipotesi di sostituire la batteria elettronica, si iniziò a cercare un cantante. I veri “bateau” si formeranno a Novembre, con l’ingresso del quarto personaggio, il cantante Toni Rastelli. Fin dall’inizio, contrariamente alla stragrande maggioranza dei gruppi teramani, almeno fino a quel periodo, si decise di scrivere brani originali, e di ridurre le cover al minimo indispensabile. Pochi giorni prima di Natale, spinti da “don Benito” Cipollini, e grazie alla disponibilità dell’amico Alfio, fu registrata la prima cassetta, in una delle camerette di cui sopra, la mia per la precisione. La sala prove, dove tutte le sere, insieme a noi, si radunava un gruppetto di amici, era l’ufficio del padre di Andrea. Si cominciò, velocemente, a pensare di fare il primo concerto, e nonostante la totale impreparazione organizzativa, il 15 Aprile ’85 il gruppo fece il suo esordio nella palestra del Liceo Scientifico di Teramo, davanti agli studenti della scuola e a qualche amico che si era furtivamente mescolato a loro. Poche settimane prima, i brani della prima registrazione avevano portato “le bateau ivre” alla fase finale del concorso “Indipendenti”, indetto dal mensile “Fare Musica”, e questo stava a dimostrare soprattutto che la strada delle composizioni originali era percorribile. Il periodo diventava ogni giorno più stimolante e a Giulianova aprì un locale, il Malaria, il cui proprietario, Sandro Ettorre, era molto ben disposto verso le nuove tendenze musicali e verso i nuovi gruppi abruzzesi. Il Malaria era un posto dove si ascoltava tutte le sere la nuova musica rock, dove si sono tenuti diversi concerti di alto livello e dove “le bateau ivre” ha suonato più volte.
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Aprile 2018
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